(intro) Le arti visive costituiscono uno dei più potenti mezzi di comunicazione. Dal 60 l'arte figurativa ha preso a rappresentare alcune forme e volumi dei prodotti di marca —bottiglie di Pepsi e Coca Cola, involucri di cartone Kellog's, cartine di cioccolatini Perugina [tutti sapete chi li ha usati] — a causa dell'attenzione che diversi artisti posero nell'universo della produzione. Arte e design nell'80 cercarono rassomiglianze col mondo reale dei consumi. Per esserne immediatamente parte sia come soggetto che come oggetto! Nel 90 alcune gallerie internazionali decisero di mostrare alla gente il prezzo di acquisizione dell'opera d'arte sull'etichetta descrittiva: $1,6 milioni era il valore del quadro "N.16" di Mark Rothko alla National Gallery of Canada di Ottawa. Pezzo d'arte come qualsiasi articolo terra terra esposto al supermercato?
È stato scritto: "le arti vanno benissimo per il business... e il business va benissimo per le arti". Tale dichiarazione vorrebbe comprendere le arti tutte, arrivando da una brochure della più ampia concentrazione di strutture culturali nel mondo {www.sbc.org.uk. Il matrimonio per procura tra artisti e il marketing di merci è sempre possibile nel tentativo di personalizzare in modo unico il packaging o la promozione o la pubblicità dei prodotti. Un sottile filo corre tra i modi di reclamizzare prodotti e i veicoli culturali o le espressioni artistiche come media per coinvolgere le persone. [Gli orologi Movado sono "the art of time" nell'headline della pubblicità, V@ www.movado.com].
Questo articolo fa il punto della comunità artistica di talento che popola la Rete. I siti selezionati sono intimi con gli artisti, quindi visitali per sapere che cosa potresti fare per sostenerne l'attività come associato, sponsor, abbonato, consumatore!
Mentre scrivo questo articolo milioni di persone stanno accostandosi e fissando un'opera d'arte in qualche galleria, museo o esposizione. Per poter ammirare il ritratto di Monna Lisa o le statue di Sekmet, molti di noi hanno atteso pazienti in fila il trascorrere di alcune ore per poi essere entusiasti o delusi. Sempre abbiamo avuto come compagni di attesa gente di diverse culture e nazioni. Forse i luoghi più internazionali del pianeta sono quelli costruiti per l'arte. L'accesso a una collezione d'arte è un atto dovuto di riconoscimento —e di riconoscenza— alle opere codificate come le migliori di tutte, quelle che ci fanno sentire colpevoli se non ci piacciono. Per fortuna sono localizzate dentro moderni templi dell'architettura dove a volte dobbiamo scegliere e "passare oltre" o ritornare un'altra volta, forse. Io spesso ritorno in una galleria fuori dalla route europea dell'arte, l'Art Gallery of Ontario, il cui sito offre online sia biglietti che iscrizione, oltre che l'ovvia visita virtuale, V@ www.AGO.on.ca
Secondo Mediametrix uno dei siti web più visitati durante la stagione dello shopping invernale è Blue Mountains Arts {www.bluemountainsarts.com. 12.315.000 visitatori unici (come nel Dic.98) sono tanti abbastanza da suscitare interesse, pertanto lo segnalo senza commenti! Ma quello che interessa è che l'arte in Rete tira, anche se avrei qualche riserva sull'impiego corretto della parola. Sfogliando le guide dell'Internet, ho notato una certo riguardo. Certi motori —e oggi tutti i portali di consumo {www.tiscaliart.it — la considerano nelle categorie di ricerca, da Yahoo! con "Arti e Umanità" a WebCrawler con "Arti e Libri". A parte i veri artisti qualcuno la copia, qualcun altro la compra e rivende, qualcuno la colleziona o la espone, qualcuno la critica o la sovvenziona, tutti noi la consumiamo. La comunità dell'arte è grande, conta sul proprio cyber-spazio e sui network che agiscono da promotori dalla Rete... Cosa accade se un sito web usato come piattaforma per artisti viene premiato dagli esponenti dell'industria IT radunati in un summit europeo? V@ www.bkaro.net
L'arte come mezzo di comunicazione non assume nessuna specifica forma nella Rete, anche se l'arte digitale o telematica potrebbe diventare più di una semplice espressione. A dire il vero l'esperienza della telematica comincia a trovare spazio come nuovo mezzo artistico, V@ www.walkerart.org. Nell'economia degli eventi d'arte, l'Internet è importante per il suo essere medium di media naturale e neutrale, valido per ogni soggetto, esperimento, espressione artistica. Basta chiedere ai magnati quale sia il ruolo dell'arte per sponsorizzare, fare relazioni pubbliche e amentare l'immagine di un'impresa, per capire che l'arte si insinua facilmente in aree del Web non soltanto dedicate a lei. Dal lato grande impresa o pubblica amministrazione o non-profit, esporre l'arte è anche un modo di autovalorizzazione. Se l'arte poi inganna, questo rientra nelle cose del mondo... V@ www.triennale.it
L'Internet comporta anche l'infinito catalogo delle pagine web personali, una zona franca in cui ciascuno di noi —l'artista pure— può spiegarsi, raccontarsi, ovvero essere esplorato. L'identità dell'artista viene raccontata acutamente come "spiegazione" della sua abilità artistica, secondo la cultura che preferisce all'estetica dell'opera la motivazione del creatore. La storia, il background, le esperienze personali sono diventate spesso dei surrogati dell'opera artistica, quasi che soltanto un eccesso di informazione potesse misurare l'autore moderno {www.artemoderna.com. Il supporto di eventi artistici attraverso le tecniche dell'informazione di massa, ha creato "artisti" con qualità indifferenti alla loro reale capacità di creare un'opera emozionante e creativa. Sappiamo invece che l'arte che ci colpisce sarà generata come sotto prodotto di rischio e mistero, risultante dallo "stato di grazia" —a volte patologico (male per lui)— che rende l'Artista così eccezionale e unico (male per noi).
(outro) La pop art è mia contemporanea, dovrei dire che regna nella mia immaginazione. Un'arte da consumare, da leggere, da mangiare, da copiare, da sgonfiare. Sul mio letto è appesa una stampa di Rothko, "Senza Titolo 1951-55". Sotto la mia pelle scorre lo stesso sangue rosso dell'artista, forse... io sono un artista in qualche modo, qualche volta!? Mi sento davvero strano quando creo certe cosucce popolari come queste: