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La Grande Boucle

 

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La Grande Boucle
(C'Era Una Volta In Francia)

(INTRO) La sola e unica volta che vidi la carovana del Tour de France ero un ragazzino e quella corsa aveva varcato la frontiera per arrivare alla mia città natale in Italia. Una strada tortuosa mi lasciò intercettare brevi fotogrammi di troppi corridori tra i quali non fui in grado di riconoscere neppure la maglia gialla del giorno. Tutti i corridori svanirono in un istante!
Nei Miti d'Oggi (1957), Roland Barthes diede al Tour de France il titolo di epopea che esprimeva e liberava i francesi grazie ad una fiaba moderna, in cui le relazioni tra l'uomo e gli altri uomini e l'uomo e la natura sono definitivamente chiariti all'interno dello show ciclistico. Nel 1971 quell'epopea si svelò ai miei occhi con eroismi rivelatori. Luis Ocaña aveva appena ridotto Eddy Merckx ad essere umano dopo Orcières Merlette (www.orcieres.com). Ma quegli stessi dei svelati da Barthes, decisero di aiutare il loro figlio prediletto e d'improvviso irruppero in una tappa buia e tempestosa... Ocaña forzato al ritiro, fu una punizione? Certamente un avvertimento. Prego, leggete oltre sui due miti moderni del Tour de France in questo piccolo capolavoro pubblicato da l'Humanité!


SET1 Tête de la course...
Prologo. La forza di ogni corridore viene da forma o da scatto. La forma è un bilancio durevole di carattere, muscoli e volontà, è strategia umana. Lo scatto è un impulso elettrico come un dono divino, è tattica sovraumana. C'è un terribile succedaneo di quelle qualità, la bomba! Ciclisti dopati, che saranno prima o poi banditi dal grande Tour e privati della parata conclusiva agli Champes-Elysées. Che sfortuna! O soltanto uomini al ritiro sul punto di finire all'antica Conciergerie Nationale?
Lessico di campioni --lista di rimembranze a caso (1).
  • Luis Ocaña (Esp). Il più devastante, e devastato, vincitore di sempre.
  • Eddy Merckx (Bel). Ciclista molto combattivo che poteva permettersi qualsiasi cosa, anche di non calcolare le proprie forze. Il Cannibale.
  • Raymond Poulidor (Fra). L'eterno secondo nella classifica generale. I francesi lo amavano per la sfortuna di essersi imbattuto nella carriera di Anquetil.
  • Joaquim Agostinho (Por). Ciclista solitario e silenzioso, pieno di saggezza lusitana.
  • Felice Gimondi (Ita). L'italiano regolare. Leale e vincente ma senza fuoco.
  • J. Manuel Fuente (Esp). Il piccolo scalatore, capitano della squadra tutta iberica Kas.
  • Greg Lemond (Usa). Il primo americano (primo) a Parigi.
  • Laurent Fignon (Fra). L'intellettuale, Parisien tout court.
  • Cyril Guimard (Fra). L'uomo dell'ultimo chilometro.
  • Joop Zoetemelk (Hol). Corridore resistente alla lunga distanza. Perseveranza batava.
  • Bernard Hinault (Fra). Leader francese degli anni 80 e l'ultimo eroe di casa prima dell'infinito dominio straniero.
  • Miguel Indurain (Esp). Ciclista affascinante ma troppo calcolatore. Correva solo per eccellere nel Tour: il tipico vincitore della nuova generazione.
  • Marco Pantani (Ita). L'angelo della montagna --soltanto lassù. Leggerezza al massimo.
  • Laurent Jalabert (Fra). Quasi uno sprinter, quasi uno scalatore... Molto coraggio ed esperienza. Orgoglio francese.
  • Lance Armstrong (Usa). Un feroce concorrente dal Mondo Nuovo. Il maggior successo del post-millennio.

SET2 Poursuivants....
Ai giorni nostri è difficile per chiunque nel ciclismo evitare il confronto con Lance Armstrong. Nell'ultimo decennio, egli è diventato il dominatore la cui immagine vittoriosa è stata sponsorizzata da US Postal o Discovery Channel, equipaggiata da Trek Bicycle Corp;, azionata da Shimano Inc. etc... Queste società sono gli altri vincitori del Tour de France.
Nel business della bici, "è davvero importante essere associati al vincitore del Tour" come sono soliti dire i dirigenti.
Fino al 1961 i concorrenti erano raggruppati nelle squadre nazionali. Ma costruttori di biciclette e fornitori di parti avrebbero conseguito più importanza e visibilità verso l'utente finale se i marchi commerciali fossero stati associati direttamente ai corridori di punta. Da allora le più importanti équipes a correre e vincere il Tour de France sono state: Bic (1971, 73); Gan-Mercier (1972, 75); Kas (1974, 76); La Vie Claire (1985, 86); PDM (1988, 89); Banesto (1991, 99); Carrera (1992, 93); Festina (1994, 96); Once (1995, 2002); Kelme (2000, 01); T-Mobile (2004, 05) --fonte: www.lagrandeboucle.com.
Tutte queste marche sono state riprese in testa al gruppo per la loro promozione e, in cambio, decisive in aiuto a molti direttori sportivi nell'allestire lo standard di affidabilità dei teams internazionali che hanno guidato una competizione globale come il Tour. Il vero potere di marketing e vendite sta nelle grandi società...

SET3 Peloton...
La leggenda vuole che un buffet di champagne, ostriche e foie gras aspettasse il re dei cronomen, Jacques Anquetil, dopo che tagliava la linea d'arrivo da vincitore! A prima vista, sembra improbabile. Sicuramente, come le bollicine in un bicchiere di champagne, i cibi poveri facevano da sostegno ai ciclisti dell'inizio del XX secolo, e anche più tardi quando alcuni pionieri italiani corsero il Tour de France essendo a loro modo i precursori dell'abbigliamento, dell'alimentazione e del ciclismo moderni. Non sto parlando delle leggende del ciclismo italiano --Coppi e Bartali-- ma dei quasi sconosciuti Pavesi e Gerbi. L'uno inventò il ruolo del coéquipier e da corridore indipendente era solito rubare il cibo dalle tavole preparate per i rifornimenti delle squadre ufficiali... L'altro era un grand avide di miele, latte e riso, la migliore dieta sportiva anche nei tempi moderni.
O davvero credevate che un campione recuperasse energie nella salle á manger mentre stava correndo quelle terribili frazioni del Tour? Le strade per l'inferno erano spesso sterrate (Mont Ventoux), mentre le Alpi e i Pirenei s'innalzavano pur sempre nel sud della Francia, molto lontano dalle opulenti colline dello Champagne dove i vigneti di chardonnay sono cresciuti in qualità e celebrità...
Oggi circa 100 autotreni di trasporto precedono i corridori lungo il percorso. Consegnano rifornimenti e provviste, e tutto il merchandise da promuovere tra la gente disillusa che affolla le tappe.
La vera corsa arriverà dopo, come un gioco sempre incerto dove la lotta sarà risolta tra il destino individuale dei caratteri e la morale collettiva del gruppo... (Roland Barthes).


(OUTRO) Riassumendo, un uomo a riposo consuma circa una K caloria al minuto, mentre lo stesso uomo impegnato in una prestazione altamente competitiva consuma fino a 25 K calorie.
Patito della bici? Per pedalare nella leggenda del Tour, segui il banner qui sopra. Non doparti, scusa l'espressione!
È tutto un complesso di cose che fa sì che io mi fermi qui... Tra quei vecchi giornali del mattino, mi hai detto: "Dobbiamo andare al cine!". Vai al cine, vacci tu, ché io sto qui e aspetto un nuovo Tour de France!
(1) Per una degna celebrazione di tutti i ciclisti qui menzionati, si dovrebbe aprire una cassa di Clos du Mesnil, venduto da Krug a 370 euro alla bottiglia... à votre santé! 

Cuenca 1945--Tour de France 1973

Première 14 juillet 2006. En définitive 22 juillet.©2006 Roberto Dondi - www.dmlr.org
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