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Top4 by DMLR - Meta Marketing Magazine
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Lovemarks("Marche che ♥")(INTRO) Che cosa hanno in comune un ingegnere lombardo, un banchiere di Pittsburgh, un inventore francese e una impresa di telefoni dell'Illinois? Hanno avuto idee geniali! Tutti loro avevano cosituito delle società i cui marchi hanno solcato la storia d'impresa dalla prima era industriale fino allo sviluppo dell'economia digitale. Quello che li riunisce qui, in questa rassegna di marketing, è la lista delle mie marche favorite. Queste marche sono entrate nell'immaginario collettivo come nella mia vita di consumatore, per cui sono considerate delle ♥MARK in questo capitolo di storia del marketing. #GULF [benzina]Se uno studente volesse sapere come funziona il marketing, suggerirei di partire dalla case history di un marchio americano, #Gulf (Oil Company), studiandola nei minimi dettagli. Fortune e sfortune di quel marchio—come pure il revival—condensano tutte le possibili interazioni tra storia ed industria, distributori e consumatori, ricerca e marketing, affari politici e banche. Tutto ciò come risultato di un intreccio degno del business del petrolio. Gulf è pure importante come marca personale, di cui avevo già scritto: non a caso salta fuori nel numero 50/2 di DMLR*News serie Oro. Nei primi anni 1970 Gulf per me era una marca ideale associata alle auto da corsa guidate da Pedro Rodriguez, dapprima vincitore della 24 Ore di Le Mans (1968 su Ford) e poi pilota di punta della Porsche nel John Wyer Automotive team. A 10 anni non ero un consumatore di carburanti per cui Gulf rappresentava soltanto un vivace disco color arancio dipinto su celesti auto prototipo, furie veloci. Appena i regolamenti delle auto spOrt posero fine a quell'era, io provai un senso di perdita. Quando negli anni 1980 ebbi la patente di guida per potere guidare la mia auto, Gulf stava lasciando il posizionamento tra le prime compagnie petrolifere, per cui il marchio abbandonò progressivamente i mercati europei della benzina e in poco tempo le stazioni di rifornimento passarono alla Q8. Qui non posso citare tutte le controversie industriali e finanziarie capitate alla compagnia Gulf, dico solo "dai importanza alla storia (sì, il Kuwait c'entra)" Intanto quelle sponsorizzazioni di Ford e Porsche avevano mediato la fama del marchio per sempre. Al punto che in anni recenti Gulf ha ricostruito parte del suo noto fascino—nel 2004 i suoi colori da corsa diventano un marchio registrato!—anche se limitato a particolari paesi. La persistenza di questo marchio mutilato, malgrado la defunta impresa petrolifera, è stata resa possibile per l'autonoma forza che ogni marchio può affermare grazie alla sua familiarità con i consumatori, o rispettabilità nel marketing. Oggi Gulf beneficia del diverso approccio di marketing della società licenziataria del marchio, una vera impresa della "new economy". Una rivincita della marca. PS. Nel 2018 vado a Ginevra, in Svizzera, per l'annuale motor show. L'ora ufficiale della fiera spiccava nella forma di un gigantesco TAG Heuer da polso con logo e colori della Gulf. Una icona sinonimo di corse d'auto. #BIC [penna a sfera]Primo sinonimo di penna a sfera per molte persone nel mondo, #Bic è sempre una marca globale, i cui plus sono prezzo basso e scrittura affidabile. Negli anni questa impresa francese ha diversificato la produzione ma sempre rispettosa della sua 'filosofia', continuando a fare prodotti umili ma essenziali, come rasoi e accendini economici ed usa-e-getta. Ma per me la penna è più forte della lama, infatti preferisco la Bic sulla carta. Hai mai consumato tutta una penna Bic prima che la rubino? Hai mai sentito rimorso per una bic smarrita? Direi di NO. Se invece la chiami 'biro', c'è un motivo logico—Noblesse Oblige! Fin qui la storia. Quasi una commodity se pensi alla tua bic in confronto con altre classiche penne per scrivere. Ma non vorrei essere frainteso perché ricordo—c'era una volta—quando comprai un regalo al mio figlioccio per introdurlo al disegno. Bene, avevo scelto per lui una scatola da 12 matite colorate marcate Bic Kids Evolution. Una matita triangolare senza legno che offre grande performance nonostante l'uso irregolare che ne fa un bambino. Poi ultra resistente, facile da impugnare e infine senza rilascio di schegge di materiale colorato che potrebebro finire in bocca ad un bambino. Buona scelta? Direi di SI, papà! Dai genitori ai bimbi, questo è il modo in cui si perpetua la positività di marca. PS. Estratto dal pezzo scritto e inviato a www.lovemarks.com e pubblicato on-line dall'editore. #MOTOROLA [smartphone]Hello Moto! Cominciamo. È sempre strano scoprire segreti del tuo nuovo telefono e delle sue proprietà. E sarò all'altezza? Questo qui è un #Motorola (g7). Da quando il mercato ha subito una flessione—gli esperti di marketing l'hanno bollato come saturo—la concorrenza tra le marche leader si è focalizzata sullo sviluppo hi-tech dei prodotti. Ora la tecnologia dello smartphone consente di perdersi tra foto, film, musica, giochi ogni volta che vogliamo. "Qualcuno non è felice?" Prima dell'ultimo altri tre dispositivi Motorola hanno avuto a che fare con me in 20 anni, c'è una continuità di marca dal 1998 fino a qui. Quei prodotti erano: Motorola8700, Moto EX300, Moto E, in ordine di sequenza. Questa fedeltà alla M stilizzata mi ha accompagnato nei momenti duri della vita, come scrivono di solito i consumatori fedeli. Il primo telefonino era un semplice GPS utile per chiamate vocali o per inviare dei messaggi prematuri. Negli anni '90 si poteva tenere il portatile soltanto dentro capienti tasche o fissato alla cintura come una colt! In quegli anni il cellulare Motorola avrebbe sentito molte conversazioni mentre cercavo, trovavo o lasciavo un lavoro in una corsa a ostacoli per risorse umane. Nel 2011 potei riscattarmi grazie ad un piccolo Moto da 89-euro, alto 10,6 cm per 2,8" di schermo. Questa volta l'opuscolo diceva "Snap and share life as it happens". Internet irrompeva nel tuo celllare. Download veloce e schermo facile da usare (touch screen) con semplice interfaccia utente. Il progresso sociale era trovare quello che cercavi con Google. Il giocattolo risultò bello perché era al contempo molto intrigante ma limitato. Davvero facile perderlo. Col MotoEX300 cominciai a scrivere sui social media, prima di tutto Twitter (novembre 2012). Cinque anni dopo il Moto E era pronto a seguirmi—testo dalla guida ufficiale Motorola. Lo schermo era di 4,5", scorrilo a destra o sinistra per sfogliare le pagine, poi cerca digitando o grida per ricerca vocale ché il telefono mi ascolta davvero! Fornito di Android questo Motorola da 112,70 euro si attaccava stabilmente ai social media, Instagram e Linkedin. Una generazione di telefoni mobili che relegava in fondo le chiamate vocali se confrontate col tempo passato con Chrome, Gmail, GooglePlay e le altre app. Da cui l'avvertimento: mentre guidi tieni SEMPRE gli occhi sulla strada! Gli smartphone hanno fatto sembrare davvero belle le persone, più sveglie. Forse mi hanno reso un poco più intelligente. Inoltre la fotografia ha assunto importanza dal terzo M. Mi piace lo scatto con me in pose curiose di ovvia decadenza oppure fotografare i miei piatti favoriti da cuoco autodidatta. Molte foto che ho fatto dallo smartphone sono pubblicate su Twitter.com/donro59—una esibizione di puro egoismo o di emozioni? PS. Tieni il tuo dispositivo mobile e i suoi accessori lonatno da bimbi piccoli e animali. #PIRELLI [pneumatici]Perché #Pirelli è una marca affettiva? Probabilmente, per il suo essere associata al cosiddetto miracolo industriale italiano che era seguito alla II Guerra Mondiale. I baby-boomers (quale sono) conoscono bene la relazione tra tasso di natalità e prosperità economica. Poi mio padre era un operaio impiegato nell'industria dell'auto e negli anni '60 la regola un'auto per ogni famiglia era come pane e burro. I miei giochi primari furono le macchinine da corsa e per qualche anno pestai sul go-kart azionato a pedale. Svanito per sempre quel bimbo, c'è sempre sulla strada un autista di giornata. Ha trasportato donne alle feste, amici ai ritrovi e bambini a scuola. Sono modestamente diventato un grande autista regolare, di quelli adatti alle classiche corse di durata come la 24 Ore di LeMans (là dove le auto sono diventate un mito). Nessun incidente in 40 anni di guida sotto la pioggia, nella neve, nel caldo e nella nebbia. Lasciami dire: forse la fortuna aiuta quelli bravi! E un autista esperto predilige sempre guidare l'auto equipaggiata con pneumatici Pirelli, perché "la potenza non è niente senza controllo!" La lunga P sta anche per pazienza: oh autista, sii paziente... Questo pensiero potrebbe appartenere ai miei passeggeri senza che sappiano nulla del treno di gomme sotto di loro. Ora sapete come la nostra sia diventata una storia seria. PS. Estratto dal pezzo scritto e inviato a www.lovemarks.com e pubblicato on-line dall'editore. (OUTRO) Alcune storie sono piuttosto vecchie. Ma stai imparando che i ricordi possono durare molto a lungo nelle relazioni di marketing. Negli ultimi mesi ho comprato delle confezioni da due Cristal Shine Bic perché scrivo molto e sempre con penne biro dorate e argentate. Ogni sei mesi vado a cambiare gli pneumatici stagionali sull'auto, quindi d'inverno guido su Cinturato Pirelli. La benzina che trovo al distributore vicino a casa è Q8 che nel 1986 aveva rilevato le stazioni della rete Gulf in Italia. Inoltre da poco ho cambiato il cellulare. Ma quel modello sarà già superato dall'ultimo Motorola, giusto? In verità un seguace della ♥MARK continua a comprare quel brand incondizionatamente. Soltanto quando la passione svanisce può succedere di scambiare la ♥MARK per una fottutissima marca! (SIGNED DONRO@DMLR.ORG). |
©2020 Roberto Dondi-www.dmlr.org
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Pubblicato {Giugno 2020. Ultimi ritocchi: Dicembre 2020.